Replying to "La crisi? Finirà solo nel 2076"

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  1. Posted 10/6/2013, 15:55
    :sisieo6.gif:
  2. Posted 7/6/2013, 19:40
    secondo me salta per aria tutto molto prima.....
  3. Posted 6/6/2013, 22:40
    e intanto ci raccontano le solite balle
  4. Posted 1/6/2013, 21:57
    infatti è la prima cosa che ho pensato porca vacca!! schifosi maledetti! gif
  5. Posted 1/6/2013, 21:55
    Ci fanno crepare prima sti bastardi :sm7rvos0.gif:
  6. Posted 1/6/2013, 20:12
    ilva-striscione-lavoro1
    Se il paese intercettasse la ripresa, quella stessa accreditata per il 2014 dai maggiori istituti statistici ci vorranno 13 anni per tornare ai livelli di Pil del 2007. Ben 63 anni per quello dell'occupazione, 'mai' per recuperare il livello dei salari reali. E' quanto rileva uno studio effettuato da Riccardo Sanna dell'Ufficio economico della Cgil dal titolo 'La ripresa dell'anno dopo - Serve un Piano del Lavoro per la crescita e l'occupazione'.

    Nello studio si simulano alcune ipotesi di ripresa, nell'ambito delle attuali tendenze e senza che si prevedano modifiche significative di politica economica, sia nazionale che europea, per dimostrare la necessita' di "un cambio di paradigma: partire dal lavoro per produrre crescita". Si parte dalla situazione di contesto. Dal 2008 il Pil, riporta lo studio, perde mediamente 1,1 punti percentuali ogni anno mentre i posti di lavoro sono diminuiti di oltre 1,5 milioni rispetto al 2007. I salari lordi perdono lo 0,1% ogni anno (quelli netti lo 0,4%), la produttivita' e' mediamente negativa del -0,2%, cosi' come gli investimenti diminuiscono, sempre in media, di 3,6 punti l'anno. Questo quindi il quadro di riferimento dove innestare le previsioni macroeconomiche dell'Istat, a prescindere dalla congiuntura internazionale, e calcolare di conseguenza quanto tempo ci vorra' ancora per parlare di ripresa e recuperare il livello pre crisi.

    Ecco quindi che proiettando la ripresa calcolata dall'Istat, ovvero moltiplicando nel tempo il tasso previsto per il 2014 (pari a un +0,7%) fino a raggiungere il livello 2007, dallo studio della Cgil emerge che il livello del Pil pre-crisi verrebbe recuperato nel 2026 (in 13 anni dal 2013): il tempo necessario per colmare il 'gap' di 112 miliardi tra il Pil del 2014 (1.380 miliardi) e del 2007 (1.492 miliardi). Il livello dell'occupazione, invece, soltanto nel 2076 (in 63 anni dal 2013), per tornare cioe' alle 25.026.400 unita' di lavoro standard nel 2007 dalle 23.531.949 del 2014 (-1.494.451 la differenza). Non si recuperera' mai invece il livello dei salari reali mai: "in confronto con l'inflazione effettiva, cioe' il deflatore dei consumi, la variazione e' negativa nel 2014", spiega lo studio. Infine il livello di produttivita' verrebbe recuperato nel 2017 (in 4 anni dal 2013) e il livello degli investimenti nel 2024 (11 anni dopo il 2013).

    CRISI: GRASSO, EVASIONE FISCALE E CORRUZIONE NEMICI CRESCITA

    La corruzione e l'evasione fiscale sono i nemici della crescita contro i quali, per il presidente del Senato Pietro Grasso, "bisogna concentrare gli sforzi". Nel suo intervento al laboratorio 'Italia Camp' di Ascoli Piceno la seconda carica dello Stato ha sottolineato che l'Unione perde, ogni anno, circa mille miliardi di euro di entrate a causa delle frodi e dell'evasione fiscale: importo pari a 6 volte il bilancio annuale Ue". Soglia d'allarme raggiunta anche per il riciclaggio di denaro: su un totale di 2 mila miliardi di capitali di provenienza illecita, la matrice delittuosa "viene occultata per oltre 1500 miliardi".

    "Una decisa azione di contrasto a questi dati - ha sottolineato Grasso - consente di recuperare ingenti risorse economiche, che possono essere destinate ad altre utilita' di interesse sociale". Grasso ha anche puntato l0'indice su latri illeciti come i reati contro la proprieta' intellettuale, la contraffazione e la violazione di marchi e brevetti, che danneggiano gravemente l'attivita' delle imprese. Quindi la corruzione che resta il reato piu' grave e nocivo per la crescita. "I suoi costi in termini economici e di fiducia dei cittadini - ha rimarcato - sono incalcolabili. Non a caso, la lotta alla corruzione e' ormai una priorita' anche nelle agende politiche internazionali. La corruzione, secondo il codice penale, e' un reato contro al pubblica amministrazione, ma che in realta' colpisce l'intero tessuto economico e sociale del nostro paese. Danneggia le imprese, i cittadini onesti e capaci, favorisce la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato corruttivo, a scapito di coloro che invece, si rifiutano di accettarne le condizioni. Distorce la concorrenza e - ha detto Grasso - impone alle azienda costi aggiuntivi non sostenibili nel medio periodo, se non con altre condotte illecite".

    "Una decisa azione di contrasto a questi dati - ha sottolineato Grasso - consente di recuperare ingenti risorse economiche, che possono essere destinate ad altre utilita' di interesse sociale". Grasso ha anche puntato l0'indice su latri illeciti come i reati contro la proprieta' intellettuale, la contraffazione e la violazione di marchi e brevetti, che danneggiano gravemente l'attivita' delle imprese. Quindi la corruzione che resta il reato piu' grave e nocivo per la crescita. "I suoi costi in termini economici e di fiducia dei cittadini - ha rimarcato - sono incalcolabili. Non a caso, la lotta alla corruzione e' ormai una priorita' anche nelle agende politiche internazionali. La corruzione, secondo il codice penale, e' un reato contro al pubblica amministrazione, ma che in realta' colpisce l'intero tessuto economico e sociale del nostro paese. Danneggia le imprese, i cittadini onesti e capaci, favorisce la concentrazione della ricchezza in capo a coloro che accettano e beneficiano del mercato corruttivo, a scapito di coloro che invece, si rifiutano di accettarne le condizioni. Distorce la concorrenza e - ha detto Grasso - impone alle azienda costi aggiuntivi non sostenibili nel medio periodo, se non con altre condotte illecite".

    Il Presidente del Senato, Pietro Grasso, esorta a varare le riforme passando "dalle idee e dalle emozioni al progetto". Ai giovani di Italia Camp, la seconda carica dello Stato ha sottolineato: "un uomo senza idee e senza ideali rimane spinto da meri impulsi e non riesce ne' a comprendere la storia ne' a contribuire a scriverla. La storia e' certamente importante, ma ci vogliono le riforme, questo tema dobbiamo porcelo come prioritario".

    Fonte libero.it

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